MERCATO IMMOBILIARE ITALIANO: COSA È CAMBIATO?
15 Novembre 2022
Sebbene il 2023 preveda un piccolo stop nella crescita del mercato immobiliare italiano, i dati rilevati durante il corso del 2022 rispetto all’andamento di affitti e compravendite residenziali hanno superato le aspettative degli esperti di settore.
Un trend positivo che ha toccato picchi mai visti prima: solo a Roma numeri simili si sono registrati, l’ultima volta, nel 2007, subito prima dello scoppio della crisi finanziaria.
Il mercato immobiliare in ripresa nel 2022
Se nel 2021 il trend riguardante investimenti e compravendite sembrava già essere al rialzo, è stato il 2022 a confermare la stabilità del mercato immobiliare del nostro Paese. Un mercato importante, che vede rifiorire la sua forza dopo il periodo post pandemico, finanziariamente infelice.
È il residenziale, come sempre, a dare le maggiori soddisfazioni agli immobiliaristi, soprattutto in grandi città come Milano e Roma, dove la crescita su base annuale ha sfiorato il +9% per la Capitale e un +17,5% per il capoluogo meneghino.
È proprio nella città della moda e della finanza che gli italiani investono di più, grazie anche ai progetti di rigenerazione e riqualificazione urbana di quartieri un tempo definiti periferici (si pensi a zone come Bicocca, in cui il comune, insieme con il Politecnico, ha stanziato 50mila euro per la costruzione di un nuovo polo dell’innovazione).
Che tipo di case preferiscono gli italiani?
Aldilà dell’andamento in sé del mercato, il cambiamento più significativo si è registrato nelle scelte d’acquisto e d’affitto: se fino al 2018/2019 l’attenzione degli italiani era rivolta a soluzioni abitative di piccola metratura (in particolare i bilocali), dal 2020 in poi si è registrato un trend opposto.
A destare più interesse, oggi, sono gli immobili dai 90 metri quadrati in su almeno per il 40,2% delle persone.
A preferire i quadrilocali, invece, è il 24% degli individui a fronte del 9% del 2018.
La causa del cambio di rotta è ben noto: la Pandemia ha ribaltato non solo le abitudini familiari e sociali, ma anche il modo di vivere, pensare ed abitare la casa.
Smart working, quarantene e isolamento hanno fatto il resto: il 40% degli intervistati è disposto a spostarsi in periferia pur di avere uno spazio esterno di sfogo e un più autentico contatto con la natura.